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Guardatevi intorno.

Osservate le persone nella vostra vita.Guardate i cambiamenti in voi stessi.

Il mondo non è forse un po’ cambiato rispetto a com’era giusto pochi anni, pochi mesi, o addirittura poche settimane fa? Tutto sembra andare così velocemente che è difficile stare al passo. Qualcosa sta sicuramente accadendo nel mondo, qualcosa di misterioso ed inspiegabile. Potreste anche esserne spaventati a morte. Vedete disastri atmosferici, devastazioni ecologiche, la violenza nella società, il ridicolo nei mass-media.

Siete anche consapevoli che c’è più di uno sparuto numero di convincenti profeti che hanno profetizzato un certa apocalisse per questo periodo, e continuano a farlo.

E quando le grandi catastrofi non arrivano in un determinato momento, allora le spostano semplicemente un po’ più avanti. E più previsioni richiedete loro, più disperati vi sentite, dato che non c’è nessuna pentola d’oro alla fine del loro “arcobaleno”.

Così, per conservare un po’ di sanità mentale, ignorate e screditate spontaneamente quello che vi viene detto, continuando a pianificare il futuro come se niente stesse per accadere. È veramente l’unico modo per andare avanti nella vita quotidiana?


David Wilcock




giovedì 5 giugno 2008

Felicità Rinaudo: «Napoli è il top»


Alto, ma talmente alto da essere il più alto. E poi giovane, ma talmente giovane da aver ancora davanti a sé un’altra vita pro­fessionale ancora. E poi duttile, ma così dut­tile da averle provate pratica­mente tutte: centrale di destra, di destra, centralissimo della difesa a tre; e poi persino ester­no basso. « A me, fatte le debite proporzioni, all’epoca ricorda­va Mexes » . A lui, a Stefano Pioli, attuale allenatore del Piacenza ed in passato tecnico del palermita­no, quel Leandro Rinaudo lì piaceva già cin­que anni fa, quand’era ai primi passi, quando doveva ancora essere completamente svez­zato, quando cominciò ad annusare il calcio vero con la maglia della Salernitana, in B, do­po averlo osservato dal buco della serratura. « Sono orgoglioso di essere in questa città e in questo club. Spero di dimostrare quanto valgo » . Il Rinaudo palermitano, quel gigante che sa di corazziere, un metro e novantuno con due mani ch’è meglio non incrociare, vale intan­to cinque milioni e mezzo di euro; e vale pa­recchio, se un anno fa Marino le aveva prova­te con discrezione, per offrirlo a Reja; e se quest’anno, prima ancora che il mercato co­minciasse, il Napoli ha ricomin­ciato da lui: contratto quin­quennale, giocando d’anticipo sulla concorrenza e lasciando esterrefatto persino il Palermo. Il Rinaudo napoletano sarà uno dei pilastri della difesa a tre e a Reja potrà tornare utile comunque e dovunque, avvian­do in tal modo una stimolante concorrenza all’interno d’un settore robusto, aitante, quasi, da guardie del corpo. A destra, il titolare in pectore sarebbe Fabiano Santa­croce, ventuno anni e 5,5 milioni di euro spe­si per lui nel gennaio scorso. Finirà per esser­ci battaglia in quella zona del campo. Ma Leandro Rinaudo è uno e trino, perché sa destreggiarsi anche in mezzo e sulla sini­stra, quindi alternativo a Cannavaro e a Con­tini, quindi prodigo di soluzioni per Reja, che con chiede altro. « Ma per me ha qualità tec­niche ed atletiche che lo avvicinano a Mexes » . Il metro e novantuno sistemato nel cuore della difesa azzurra garantisce muscoli e po­liedricità, quanto serva ad una difesa che nell’ultima stagione s’è caratterizzata spes­so e malvolentieri per amnesie, unico dato in controtendenza d’un campionato rimarche­vole. Rinaudo porta in dote non solo i centi­metri, ma anche l’energia d’un ragazzo che ha ampi margini di miglioramento e che a Palermo, la propria città, inevitabilmente, ha faticato per divenire profeta in patria. « Con il Napoli posso togliermi un bel po’ di soddisfazioni » .
Per cominciare, può avvertire di nuovo profumo d’Europa, ripartendo dall’Intertoto per ritrovarsi n quella Coppa Uefa nella qua­le ha debuttato nel corso della stagione 2005­06. Ma, prima, trattativa ovviamente ami­chevole con Mannini per cercar di avere la maglia numero 77, alla quale è legata affet­tivamente e che gli ricorda la nonna, persa tempo fa.

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