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Guardatevi intorno.

Osservate le persone nella vostra vita.Guardate i cambiamenti in voi stessi.

Il mondo non è forse un po’ cambiato rispetto a com’era giusto pochi anni, pochi mesi, o addirittura poche settimane fa? Tutto sembra andare così velocemente che è difficile stare al passo. Qualcosa sta sicuramente accadendo nel mondo, qualcosa di misterioso ed inspiegabile. Potreste anche esserne spaventati a morte. Vedete disastri atmosferici, devastazioni ecologiche, la violenza nella società, il ridicolo nei mass-media.

Siete anche consapevoli che c’è più di uno sparuto numero di convincenti profeti che hanno profetizzato un certa apocalisse per questo periodo, e continuano a farlo.

E quando le grandi catastrofi non arrivano in un determinato momento, allora le spostano semplicemente un po’ più avanti. E più previsioni richiedete loro, più disperati vi sentite, dato che non c’è nessuna pentola d’oro alla fine del loro “arcobaleno”.

Così, per conservare un po’ di sanità mentale, ignorate e screditate spontaneamente quello che vi viene detto, continuando a pianificare il futuro come se niente stesse per accadere. È veramente l’unico modo per andare avanti nella vita quotidiana?


David Wilcock




mercoledì 4 febbraio 2009

Eluana a Udine, il lungo addio - by Anna Lisa


Ci provano tutti e due, a spiegare il mondo, uno con le parole della scienza e l’altro con quelle della fede. E hanno entrambi la voce che trema, il primario di anestesia che dovrà staccare il sondino e il prete che implora di non farlo, perché «Eluana è viva agli occhi di Dio».
Amato De Monte è l’anestesista. Ha viaggiato con lei tutta la notte, in ambulanza, e poi l’ha scortata lungo i corridoi della casa di cura che già nel nome – La Quiete – evoca la fine dello strazio. «Eluana non soffrirà», dice: «Eluana è morta diciassette anni fa». Poi tira un respiro profondo e ricorda quanto devastante sia stato il viaggio, per lui, «come medico e padre e cittadino, accanto a una persona che è molto diversa da come ci è stata presentata. Una bella ragazza, nel fiore degli anni, allegra e sorridente… Ce la siamo immaginata tutti così, ma la realtà è molto differente».
Amato De Monte riflette al primo piano della casa di riposo. Due stanze più in là c’è l’appartamento riservato a Eluana e al papà, Beppino Englaro che in questi giorni potrà stare vicino a lei. Tre giorni di normalità. Poi il sondino verrà staccato e la giovane donna, ormai ha compiuto i 38 anni, non sarà più alimentata con acqua e cibo. Il suo corpo potrebbe resistere anche due, tre settimane.
«Ma non è solo un corpo: dentro c’è un’anima!», tuona all’altare il priore Cristiano Cavedon. Il santuario consacrato alla Vergine delle Grazie è a duecento metri dalla casa di cura, di fronte a piazza Primo Maggio che è il cuore pulsante di Udine. Alle 18,30 c’è la messa. Il vescovo Pietro Brollo aveva invitato a una veglia di preghiera, i fedeli hanno risposto a modo loro. Più che una funzione solenne, è una piccola e ininterrotta processione: uno sguardo a La Quiete e poi in chiesa, dieci minuti di raccoglimento, prima di tornare alla propria vita.
In via Sant’Agostino la casa di riposo è sorvegliata da una trentina di carabinieri e poliziotti. Eccessivi. I radicali organizzano una fiaccolata per la sera, ma non si verificano proteste o manifestazioni di sorta. Gli udinesi non ci sono, questo è il fatto strano, perché? «Siamo gente così», azzardano oltre il cancello. Fine delle confidenze. Gli uscieri non fanno entrare nessuno e pure il papà di Eluana si allontana da un’uscita secondaria.
Anche a Udine si fronteggiano i sentimenti che dilaniano l’Italia, in queste ore, ma tutto avviene in maniera più composta. Nessuno si spinge a dare degli assassini, come è accaduto altrove, al personale della casa di riposo. Il sindaco Furio Honsell invita ad avere rispetto, il vescovo Pietro Brollo ad aiutare Eluana a vivere. Amato De Monte scuote la testa e ripete che «è morta diciassette anni fa», che «una cosa è una disabilità anche grave e un’altra lo stato vegetativo. Io credo che sia stata fatta confusione tra il vissuto di questa ragazza e la realtà, perché Eluana non ha capacità psichiche o di relazione. Forse la chiesa e la politica dovrebbero ripensare al loro scollamento dal sentire comune…».
Il primario di anestesia cerca le parole giuste, per non ferire e non violare l’intimità di Eluana. Non si può descrivere che aspetto fisico ha, dopo tanti anni trascorsi in un letto; e sì che magari aiuterebbe. «Suo papà - confessa pi ai microfoni di Rai Friuli - mi ha detto che la vuole liberare. Ho capito perfettamente cosa intende dire».
Duecento metri più in là, la liberazione è la vita a tutti i costi. Padre Cristiano ricorda all’altare pene familiari personali, e ringrazia i congiunti per come hanno saputo affrontarle: «Hanno fede», spiega. Non concepisce chi non l’ha. Davanti a lui ragazzi in maglione, signore incappottate, suore, qualche manager incravattato che è uscito prima dall’ufficio. Arriva una ragazza bionda, «non sono qua per Eluana. Vado a messa per conto mio».
All’uscita c’è compostezza. «Dio le ha dato la vita e solo Dio gliela può togliere», piange una signora anziana. Aveva anche lei una figlia. «Un incidente». Oggi fa più male riviverlo, e può sembrare una grazia anche quella toccata a papà Beppino. «Magari avessi qualcuno da accudire. Anche in ospedale. Io la capisco la tragedia di quell’uomo, ma dopo per lui sarà peggio. E lei, chi ha detto che non si sveglierà più?».
Lo dice la scienza, ma questo il popolo che ha fede non lo accetta. Studente liceale: «Chi crede non può sostituirsi a Dio. E se Dio non ha fatto morire Eluana un motivo ci sarà, non ha nessuna importanza se noi non lo conosciamo». Giovane mamma: «Io prego perché sia fatta la volontà del Signore. Se deve accadere quello che tutti noi non vorremmo, vuol dire che per quella ragazza è ora».
Sobrietà, educazione. Da una parte e dall’altra. A sera davanti alla casa di riposo passa una famiglia che ha deviato apposta, «sapevamo». Sono Mauro Ventriglia, caporal maggiore dell’esercito di stanza a Udine dopo una gioventù trascorsa a Santa Maria Capua Vetere. La moglie Annarita. La figlioletta Antonella di nove anni. Lui: «Io credo che si debba poter morire con dignità. Dopo tanti anni, senza nessuna speranza, un corpo cosa sopravvive a fare? Al mio paese si dice che i morti si piangono una volta sola. Quel papà quanto lacrime versa tutti i giorni?». Lei: «Ma chi lo sa. Finché c’è vita un miracolo può sempre accadere».
Ma la vita non c’è più, ecco cosa ripetono i vertici dell’equipe che assisteranno Eluana nei prossimi giorni. Non si può chiamare vita quel vegetare senza sentire nulla. Il direttore generale Luigi Silviotti e il suo vice Luciano Cattivelli rigettano sdegnati le accuse, «omicidio», «esecuzione». A Udine piove a dirotto e anche questo tiene lontana la folla, se mai qualcuno avesse voglia di andare a manifestare. Certo, potrebbe accadere oggi, o dopodomani quando sarà staccato il sondino. Anche le veglie di preghiera continueranno, e più d’uno chiederà un miracolo a Nostro Signore
Nella brochure del Santuario delle Grazie si narra di una prodigiosa guarigione, «una cuoca che si era quasi staccata una mano lavorando in cucina, e che l’ebbe risanata rivolgendosi all’icona della Vergine». E sarà pure ingenua devozione popolare, ma la vecchina che la tiene in mano, e la mostra in giro, ha il cuore pieno di sentimento per Eluana e per la vita.

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